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      Io avevo loro promesso l'orologino per incoraggiarli... Ve ne ricordate, Anna, della nostra povera Nadéžda, e della sua contentezza, quando le regalammo questo cilindro?
      - Oh se me ne ricordo! - disse l'Anna Ivŕnovna, intenerita da quelle rimembranze. - Povero angelo! A quel tempo, voi soffrivate giŕ de' vostri dolori reumatici, e non poteste venire alla distribuzione de' premi. Io c'ero, Dio mio! Che cosa provai quando quel bel signore decorato proferě ad alta voce il nome della nostra Nadéžda! Quando la vidi salire quegli scalini ricoperti di tappeti, e ricevere il primo premio! Chi se la strappava di qua, chi di lŕ; e lei, la cara piccina, mi sorrideva da lontano!
      - E voi non steste ad aspettare la fine della cerimonia, Anna Ivŕnovna: ma correste subito da me a darmi la gran notizia.
      - Sě: e la contentezza vi fece scordare i dolori reumatici, perché correste subito dall'orologiaro. E quando la Nadéžda tornň a casa, voi le metteste al collo il bell'orologino! Come era contenta, la poverina! E perfino negli ultimi giorni della sua malattia, mi faceva segno, tutte le sere, di caricarglielo...
      L'Anna Ivŕnovna piangeva.
      - Dio l'ha voluta per sé, povera moglie mia, disse affettuosamente Atanasio Petrovitch: egli ci ha lasciato altri figli; e ora abbiamo la consolazione di vederci crescere sotto gli occhi anche i nostri nipotini. La Sancia č il ritratto della Nadéžda, non vi pare?
      - Oh! ci corre! La Nadéžda era piů bellina. Guardatela, lě nel quadro, con quei bei capelli sulle spalle, con quegli occhi cosě neri e profondi!


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





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