Non pare una signorina? Alessandro, sì, che si può dir bello! somiglia tutto suo padre, il nostro Niccolò: e Niccolò, sia detto senza superbia, ritira proprio da me, quand'ero giovane, s'intende... Vi ricordate...
- Eccoli, eccoli! - interruppe Atanasio Petrovitch, che cominciava a sentirsi imbarazzato. - Correte dunque ad aprire, Anna!
Atanasio Petrovitch non aveva potuto sentirli, i nipotini: ma li aveva indovinati, poiché quando l'Anna si affacciò alla porta, li vide scantonare allora allora, insieme colla loro mamma, la moglie del bel Niccolò.
- Son loro! - urlò la nonna al marito.
Ed il vecchio Atanasio Petrovitch, nonostante la voglia i che ne avrebbe avuta, non si mosse dal suo seggiolone per andare incontro ai nipotini: la sua dignità di nonno lo costringeva a rimaner lì inchiodato, e ci rimase. Non potendo far altro, si contentò di mettersi la mano in tasca dove c'era l'astuccio coll'orologio, e di ripeter mentalmente questo piccolo discorsino: - "Cari bambini, io aveva promesso di regalare l'orologio della povera Nadéžda a chi di voi due avesse riportato il primo premio. Esso tocca dunque a te - il nome restava in bianco - a te, che sei la gloria e la consolazione della famiglia."
Atanasio era discretamente contento del suo discorsino: ma a chi sarebbe indirizzato? forse a nessuno. I due fanciulli avevano ingegno, ma ce n'erano tanti, nel paese, più bravi di loro! Eppoi quei benedetti esami non decidono mai del vero merito d'uno scolaro... Ma Sandro! Era pure spiritoso, e svelto e accorto!
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