Non ho nessuno, figurerò che la sia mi' figliola.
Ed avvicinandosi a quella povera creatura abbandonata e afflitta, si chinò, la prese per una mano e le disse:
- Vo' tu venire con me? tu m'aiuterai a far l'erba; e un pezzo di pane ci sarà per tutt'e due.
La bambina alzò gli occhi lacrimosi e guardò la faccia buona di Tonio; poi, zitta, zitta si rizzò in piedi, raccolse il cembalo e si lasciò condur via macchinalmente; mentre la donna che aveva parlato per la prima, diceva tutta commossa:
- Bravo Tonio! questa è una buona azione davvero! e Dio ve ne renderà il merito.
- Sicuro! - esclamaron ad una voce le altre donne, meno quella però che si era mostrata cattiva: la quale invece, si voltò con una mossaccia per andarsene brontolando da sé:
- Ha fatto proprio una bella cosa a mettersi dintorno quella vagabonda!
* * *
Erano già passati alcuni anni dal giorno in cui Tonio aveva raccolto caritatevolmente quella bambina abruzzese. La Nennella, che così si chiamava, si era fatta grande, e non aveva più l'aria di accattona e di vagabonda.
Tonio non aveva avuto certo da pentirsi della sua buona azione. La Nennella voleva bene al suo benefattore come ad un padre, e cercava di aiutare più che poteva e di risparmiare la fatica al buon vecchio che, coll'andar degli anni, si sentiva scemare le forze. Quella buona figliuola aveva ben profittato dei benefizi ricevuti. Essa, non solamente aveva imparato a far le faccende e i lavori di campagna. Aveva imparato anche a leggere e già sapeva fare i numeri e le lettere passabilmente.
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