Pagina (158/360)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Finita la festa la fattoressa incaricata di gratificare i suonatori, li chiamò in casa. Ma la Nennella non si mosse, fingendo di essere molto occupata a salutare alcune amiche; ma veramente per aspettare che lo storpio se ne fosse andato col grembiule pieno di carciofi e di patate nuove.
      Allora essa riprese il cembalo che aveva posato in un canto, lo alzò al disopra della testa, lo fece risuonare un momento, poi disse ridendo alla fattoressa:
      - Sentite! io non voglio né carciofi né patate. Oggi è Pasqua e voglio le uova. E sporgendo il cembalo a guisa di vassoio soggiunse:
      - Mettetele qui!
      - È giusta è giusta, - gridarono in coro i contadini.
      La fattoressa dové sottomettersi ed empì d'uova fresche il cembalo.
      La Nennella, tutta contenta, appena tornata a casa, ne scelse una quindicina delle più grosse e le mise sotto alla chioccia. Tonio, intanto lasciava fare la ragazza, scuotendo la testa. Dubitava molto dell'esito della cova. Ma erano appena passati venti giorni, che dalle uova di Pasqua uscirono fuori vispi e belli altrettanti pulcini. Allora Tonio tutto affaccendato, non ebbe altro pensiero che di custodirli e di badare che non se ne sperdesse nessuno; e la Nennella, quando andava a suonare il cembalo non voleva altro che un po' di beccare per i suoi pulcini. In capo a tre mesi la stalletta di Tonio non era più la solitaria stanza di una misera gallinella; ma albergava un bel branchetto di polli.
      Un bel giorno la Nennella si levò che era ancora buio; entrò nella stalletta, legò i polli a coppia per le gambe, se ne caricò di una parte, dette il resto a portare a Tonio e tutt'e due se n'andarono a S*** grosso paese poche miglia distante.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





Nennella Pasqua Nennella Pasqua Tonio Nennella Tonio Nennella Tonio