- gridò commosso con voce soffocata il buon vecchio; - ma dove sei? - E voltandosi per uscire dalla stalla si trovò fra le braccia la figlia del suo cuore.
- Siete contento babbo? - disse Nennella, guardando con affetto il suo benefattore.
Tonio non senza rispondere, che non poteva parlare, la baciò in fronte. Poi col dorso della mano callosa si asciugò gli occhi pieni di lacrime.
Gian Leopoldo PICCARDI
La principessa coi capelli d'oro.
Nr. 19 (4 maggio 1882), p. 289-292;
Nr. 21 (25 maggio 1882), p. 321-322;
Nr. 23 (8 giugno 1882), p. 357-359.
C'era una volta, in un paese molto lontano, un giovine principe che poteva vantarsi d'esser l'uomo più felice della terra. Era bello, era coraggioso, ricco e gentile; abitava un palazzo stupendo circondato da giardini immensi dove si ammiravano le collezioni complete dei fiori di ogni specie; aveva trecento cavalli nelle scuderie, cinquecento servitori ai suoi comandi; e siccome nel suo regno non c'erano ministri che lo screditassero, era tanto amato dal suo popolo che dappertutto si parlava di lui con la più grande invidia.
Però, sebbene il principe Adalberto, questo era il suo nome, avesse circa ventidue anni, fin allora non avea pensato ad ammogliarsi; la qual cosa dava un po' sui nervi ai suoi sudditi, tanto più che egli non aveva parenti a cui lasciare in caso di morte il principato. E figuratevi, figliuoli miei, che gli ambasciatori delle potenze straniere non lo lasciavano bene avere un minuto, e le proposte di matrimonio gli arrivavano ogni giorno dai paesi più lontani, perfin dall'India e dal Giappone.
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