Ma figuratevi un po' la sua maraviglia la dimane, quando nello svegliarsi non vide più né la foresta, né la capanna, né la vecchia che gli aveva dato asilo. Tutto era scomparso. Egli si trovava invece disteso sopra un letto principesco, in una camera bellissima, mobiliata con un lusso veramente orientale.
Il principe non sapeva rendersi ragione di quanto gli avveniva; ma la sua maraviglia fu ancora maggiore quando, non appena alzato, ebbe a dire: - per bacco! se potessi avere una tazza di caffè - perché immediatamente vide entrare un piccolo moretto di marmo, il quale recava un gran vassoio su cui stava appunto tutto l'occorrente per prendere il caffè.
- Io probabilmente debbo avere inciampato in qualche incantesimo grosso - esclamò egli, e senza perdersi di coraggio volle fare una visita alla sua nuova dimora. Egli cominciò dunque il suo giro per le sale del palazzo che era grande come la più gran reggia del mondo, tutto a impiantiti di pietre preziose, con le colonne d'ambra e i capitelli d'argento e le sale adorne di statue greche e di vasi etruschi come non ne avea visti mai in nessun museo. Ma per quanto cercasse, non gli fu possibile incontrare anima viva, ed ogniqualvolta sentiva bisogno di qualche cosa gli bastava solo il pensarvi, perché subito compariva il solito moretto di marmo sempre pronto a portargli tutto quello che gli occorreva.
Ma quando fu verso l'ora del pranzo, mentre egli stava per sedersi ad una gran tavola che avea trovata splendidamente apparecchiata, gli parve di udire in distanza un suono di cetre che si avvicinava.
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