Tu vi moriresti, perché una volta entrati, non è possibile ritrovar la strada per uscirne fuori.
* * *
Voi potete bene immaginare quanto pianse e quanto si disperò il principe all'annunzio che la sua Rosaspina era stata assassinata, e voleva tornare subito indietro per vendicarsi degli uccisori; ma Fantàsia seppe allettarlo con tali lusinghe che lo persuase a rimanere. Dimenticando così a poco a poco la cagione del suo viaggio, egli passò molti giorni in quel palazzo maraviglioso senza veder mai altra persona fuorché la regina e le sue compagne. Ma se debbo dirvi il vero, ogniqualvolta scendeva nel giardino sentiva una grande curiosità di entrare nel laberinto per vedere dove sarebbe andato a finire. - Perché mai - ripeteva sovente a sé stesso - la regina Fantàsia mette tanta cura a trattenermi presso di sé? Se ben ricordo re Ferragutte mi raccomandò vivamente di stare in guardia contro i malefizi che il mago Atlante avrebbe sparsi sul mio cammino, non sarebbe dunque questo un brutto tiro giuocatomi da lui? E tanto questa idea gli si ficcò nella mente, che una sera sull'imbrunire, scese in giardino e arrivato al laberinto vi entrò risoluto ad affrontare qualunque avventura.
Ma non appena ebbe fatto alcuni passi, che egli si avvide subito d'aver perso la strada e che non gli era più possibile tornare indietro. Egli si mise allora a camminare senza direzione per gli oscuri vicoli del laberinto dove egli vide rinchiusi in grandi caverne una quantità di animali dalle forme le più strane.
| |
Rosaspina Fantàsia Fantàsia Ferragutte Atlante
|