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      Egli pensò che la maga glielo mandava in aiuto e senza rifletter altro, si mise a seguire l'usignolo, il quale volava innanzi a lui con tanta velocità che a gran fatica riusciva a tenergli dietro.
      Dopo aver corso a quel modo per una buona mezz'ora, tantoché quasi si sentiva mancare il respiro, il principe entrò in un viottolino stretto stretto, dove un uomo stentava a passare di fianco, e nel fondo scorse una grotta profonda, illuminata da una luce rossa, così forte da abbagliarlo. In quel momento da un tronco d'albero che era lì vicino, divampò una fiammata, ed egli intese queste parole:
     
      Ritorna indietro, se innanzi verraiDi mala morte, fellone, morrai.
     
      Ma l'usignolo seguitava a cantare più forte che mai, ed il principe che s'era assuefatto ad affrontare arditamente i pericoli, dopo aver detto fra sé: "Sarà quel che sarà," trattenne il respiro e in quattro salti fu dentro alla spelonca. Ma appena vi fu entrato, sentì un gran ronzìo nelle orecchie, uno sfinimento per tutta la persona, ed i suoi occhi rimasero così abbarbagliati da quella gran luce, che egli appena riusciva a scorgere intorno a sé. Pure aguzzò lo sguardo e gli parve di vedere qualche cosa di biancastro nel fondo della caverna. Allora si fece avanti e scoperse una grande lastra d'un metallo sconosciuto, sulla quale eran segnati tutti gli andirivieni del laberinto. Egli l'esaminò un poco e vide che per arrivare all'uscita, come desiderava, non aveva da far altro che prendere una volta a destra e una volta a sinistra a tutte le voltate che avrebbe trovato per la strada.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360