- Chiamano le persone dal buco della serratura e fanno il verso ai gobbi ed agli storpi. Le dirò che cosa farei loro se potessi: ci sono delle porte nere alla chiesa dalla parte della piazza, quelle porte nere mettono nelle cantine buie. Aprirei una di quelle porte e ce li rinchiuderei tutti, eppoi dal buco della serratura soffierei dentro del pepe.
La donnina dovette chetarsi perché non aveva più fiato.
- Come farebbe a soffiare il pepe dal foro? - domandò Lizzie.
- Le pare già di sentirmi starnutire e spalanca gli occhi come se li burlassi attraverso al buco della serratura, nello stesso modo che essi burlano le persone. No no! ragazzi non ne voglio.
La nuova inquilina della piccola sarta capì benissimo che i ragazzi del vicinato, che erano sani e robusti e potevano divertirsi tutto il giorno, non si mostravano punto buoni e compassionevoli per la povera Giannina Scricciolo, che doveva soffrir tanto e lottare tanto per vivere.
In pochi giorni le due fanciulle fecero amicizia, Lizzie aveva diciotto anni e lavorava in una sartoria di marina dove venivano fatti molti e molti abiti per marinari.
Durante il giorno Lizzie era sempre a lavorare e Giannina sedeva al solito dinanzi alla tavola nel salottino, meno che quando, zoppicando ed appoggiata sulle grucce doveva andare dalla merciaia, e alle botteghe delle bambole o a casa dei molti baloccaj che serviva. Verso sera, quando cessava di lavorare, la piccola sarta si sdraiava nella poltrona colle braccia incrociate sul petto e cantava con voce dolce e malinconica attendendo Lizzie, la quale doveva tornare in breve dal laboratorio di Millbank e affrettava il passo per arrivare più presto in Via della Chiesa, alla casuccia dove era attesa con impazienza dalla piccola padrona che le voleva tanto bene.
| |
Lizzie Giannina Scricciolo Lizzie Lizzie Giannina Lizzie Millbank Chiesa
|