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      - Ben tornata Lizzie - Mizzie - Vizzie - diceva Giannina cessando di cantare - che cosa c'è di nuovo alle porte?
      - Che cosa c'è di nuovo alle porte? - ripeteva Lizzie introducendo la mano negli abbondanti capelli che crescevano lunghi e fitti sul capo della piccola sarta delle bambole. Se questa voleva prendere il thè, Lizzie sbrogliava il tavolino da lavoro, perché a quello Giannina sedeva più comodamente che davanti alla tavola da pranzo. Dopo cena, Lizzie prendeva Giannina colla poltrona e tutto e la portava vicina alla finestra perché potesse vedere la piazza, il tramonto e la città dall'altro lato. Qualche volta veniva un signore a far visita, uno di quelli che fornivano lavoro alla piccola sarta e che prendeva interesse a lei, oppure che aveva da ordinarle qualche cosa.
      - Posso dire che queste sieno le ore migliori di tutta la giornata - disse Giannina una sera mentre era seduta nella penombra: poi continuò in tono dolce e affettuoso: - Qualche volta Lizzie quando son qui sola sola a lavorare nell'estate mi pare di sentire il profumo dei fiori. Non è un posto fiorito, lo sai, anzi tutt'altro. Eppure allorché lavoro tutto è profumo dintorno a me, come se sedessi fra migliaia di fiori. Sento l'odore delle rose e mi pare di vederle a mucchi, a mazzi fiorite dintorno a me e che non abbia che ad allungar la mano per coglierle. Odoro la maggese bianca e rossa delle siepi, eppure ho veduto così pochi fiori in vita mia, cara Lizzie - Mizzie - Vizzie!
      - Deve farti molto piacere, mia buona Giannina.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





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