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      - Pensavo - disse Giannina sorreggendosi il piccolo mento colla mano - che vorrei rinunziare a lui se dovesse diventare un ubriacone.
      Lui era il marito che la piccola Giannina sperava sarebbe andato un giorno o l'altro a liberarla dalle sue pene.
      - Ma egli non vorrà doventar così - disse Lizzie amorevolmente. - Eppoi tu ci baderai dimolto.
      - Sì, io cercherò di badarci soprattutto, ma sai Lizzie, potrebbe ingannarmi. Oh, mia cara, non potreisopportare di vederlo in quello stato. Gli farei molte brutte cose e troverei il coraggio...
      - No, tu non potresti fargli nulla di male.
      - Ebbene - disse la donnina dopo una certa pausa - tu haiquasi sempre ragione Lizzie, ma tu non hai mai avuto un bambino cattivo, che ti facesse ammalare e ti togliesse le forze! - E la povera sarta delle bambole pianse appoggiata sulla spalla di Lizzie.
      Un giorno Lizzie aveva vacanza e lei e Giannina andarono nel viale della città che costeggia la riviera. Lizzie teneva infilato nel braccio il panierino di Giannina, quando ebbero la fortuna d'incontrare un uomo che guidava un carro da trasporto, il quale vedendo quella donnina colle grucce, tutta avvolta nel manto dei suoi capelli biondi, fermò i cavalli e domandò rispettosamente a Lizzie se volevano salire. Così andarono in legno a Londra.
      - Somiglia al mio buon compare - disse Giannina fissando il vetturale quando furono vicini alla via Santa Maria. - Il compare ha una bella faccia di vecchio con una lunga barba bianca.
      - Come! - disse Lizzie sorpresa.
      - Oh sì! E perché no?


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





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