- rispose prontamente Giannina - Quest'uomo può esser figlio del mio compare. - Il vetturale fermò i cavalli davanti ad una casa gialla con le impannate dello stesso colore. Giannina bussò leggermente alla porta colla gruccia e un uomo vestito con un abito alla foggia antica, dalle lunghe falde e le ampie tasche, andò ad aprire.
- Oggi è festa, compare mio - disse sorridendogli - e vi ho condotto la mia Lizzie-Mizzie-Vizzie di cui vi ho parlato, vi rammentate? Il compare si chiama Riah - essa soggiunse, volgendosi verso Lizzie.
Il vecchio s'inchinò cortesemente dinanzi a Lizzie ed aiutò Giannina ad entrare in casa.
- Sono venuta per iscegliere diverse piccolezze - disse Giannina alludendo alle trine, ai nastri, alle perle e ad altri ninnoli che si vendevano nella bottega in cui era impiegato quel vecchio tranquillo.
Egli la invitò ad andare nella bottega, che era situata dietro alla casa, e quando Giannina ebbe scelto e pagato quello che le occorreva per cucire, disse:
- Ora compare mio, prendeteci sotto la vostra scorta. Noi facciamo una cosa ogni giorno e questa cosa si chiama mangiare un boccone, eppoi Lizzie mi legge. Venite?
Il vecchio la guardava con compiacenza e salì prima di lei al secondo piano e di là per la angusta scaletta fino al tetto...
Quando furono giunti lassù il vento accarezzava i folti capelli di Giannina.
- Come siete gentile signor Riah di averci fatto venir qui.
Era infatti un bel posto.
Una vecchia tenda di tela era stata tesa da un lato del fumaiuolo del camino e offriva un comodo riparo senza impedire la vista da nessuna parte.
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