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      - Venite su e morite; venite su e morite!
      - Carina mia - disse Giannina all'amica quella sera quando furono tornate a casa e stavano per andare a letto - il padrone è una bestia e fa mancare da mangiare al mio compare - e dopo la donnina aggiunse che era sicura, senza saper chi glielo avesse detto, che il vecchio Riah lavorava molto ed aveva un magro salario dal giovane col viso di volpe, che chiamava suo padrone.
      (Continua)
     
     
      Una settimana dopo quella vacanza, Giannina era più sola che mai col suo "cattivo bambino" perché Lizzie era stata chiamata ad assistere un malato in una altra parte di Londra ed aveva rinunziato al suo posto nel laboratorio di marina.
      Il malato stava molto male e dovevano passare giorni e settimane prima che Lizzie potesse tornare.
      Una sera nebbiosa, dopo che Lizzie era assente da circa quindici giorni, il vecchio Riah andò nella via della Chiesa, dalla sarta delle bambole. Giannina lo aspettava, ed egli poteva vederla attraverso i vetri seduta dinanzi al tavolino da lavoro con una candela accesa accanto, che spiava il suo arrivo.
      - Buona sera compar mio - disse la donnina aprendo la porta quando sentì bussare.
      - Buona sera, Cenerentola cara, stai bene? Giannina sorrise, quando fu uscita chiuse la porta e si mise la chiave in tasca. Era una chiave troppo grossa per una creaturina tanto piccina ed il signor Riah voleva tenergliela.
      - No, no, no - disse Giannina - la porto da per me. Zoppico e la chiave mi fa camminare più diritta. Vi voglio dire un segreto, compare, la tengo in tasca perché mi serva di contrappeso.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





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