A Belinda toccò pure la sua parte di lavoro. Essa si alzava ogni mattina alle quattro, accendeva il fuoco, puliva la casa e allestiva la colazione per tutta la famiglia.
In sulle prime quelle occupazioni le parevano assai penose, ma man mano ci si avvezzò e le faceva volentieri. Il lavoro giovava inoltre moltissimo alla sua salute. Quando aveva terminato si divertiva leggendo, suonando o cantando mentre filava.
Le due sorelle maggiori non sapevano invece come passare il tempo. Esse facevano colazione a letto e non si alzavano fino alle dieci. Quasi sempre andavano a spasso, ma si stancavano subito, e spesso sedendosi all'ombra di un albero rimpiangevano le carrozze e le vesti eleganti.
Avrebbero detto a chiunque: - Che stupida ragazza che e mai la nostra sorellina, per contentarsi della vita che fa.
Ma il padre loro pensava molto diversamente ed amava ed ammirava moltissimo la dolcezza della sua figlia minore. Dopo che la famiglia ebbe vissuto un anno in quel modo, il mercante ricevé per lettera la notizia che uno dei suoi bastimenti, che credeva perduto, era entrato sano e salvo in porto. Questa notizia colmò di gioia le due figlie maggiori, le quali credettero che sarebbe terminata la vita meschina che menavano, e che avrebbero ricuperato tutte le belle cose a cui erano assuefatte.
Allorché il padre dovette mettersi in viaggio per andare al porto dove era ancorato il bastimento, le due sorelle maggiori lo pregarono di portar loro vesti, cappelli, anelli ed ogni sorta di ornamenti.
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Belinda
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