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      Vi erano stalle bellissime e in una di esse legò il suo povero cavallo rifinito dalla fatica e dalla fame, e senza scrupoli gli dette biada e fieno. Poi uscì e penetrò in una vasta anticamera vuota. Di là andò in una bella sala da pranzo dove brillava un buon fuoco. La tavola era imbandita con eccellenti vivande, ma non v'era che un piatto e una posata. Si avvicinò al fuoco per asciugarsi la neve e l'acqua, pensando che il padrone di casa o qualcuno dei servi, i quali non potevano tardare a comparire, l'avrebbero scusato della libertà che prendeva.
      Ma aspettò un pezzo e nessuno venne. Finalmente l'orologio suonò le undici e sentendosi venir meno dalla fame si ristorò con un pollo e due bicchieri di vino, ma tremava dalla paura mentre mangiava e beveva. Suonarono anche le dodici ed allora si fece coraggio e credé bene di guardare nel resto del palazzo se v'era gente. Aprì la porta in fondo alla sala e penetrò in una bella e vasta camera da letto e siccome era molto stanco, richiuse l'uscio, si spogliò e si coricò.
      Erano le dieci della mattina quando aprì gli occhi e fu molto sorpreso di trovare abiti nuovi invece dei suoi che erano sporchi e consumati. - Sono certo - disse fra sé - che questo palazzo appartiene ad una buona fata che ha avuto compassione delle mie sventure. - Si affacciò alla finestra e invece di vedere il bosco tutto coperto di neve come la sera prima, scôrse bellissimi alberi rivestiti di ogni sorta di fiori.
      Ritornando nella sala, dove aveva cenato la sera avanti, trovò la tavola preparata per la colazione.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360