Le sorelle s'erano stropicciati gli occhi colla cipolla per versare molte lagrime, però il mercante ed i figli piangevano davvero. Belinda soltanto aveva gli occhi asciutti.
In poche ore giunsero al palazzo, ed il cavallo andò da sé alla stalla dove s'era riposato la prima volta. Il mercante e Belinda si diressero verso la sala da pranzo e trovarono la tavola coperta di cose squisite e apparecchiata per due. Il padre aveva poco appetito, ma Belinda che sapeva meglio dominare il suo dolore, si mise a tavola e cercò di consolare e distrarre il padre dicendogli che era sicura che la bestia voleva farla ingrassare prima di mangiarla, altrimente non avrebbe preparato pietanze così gustose.
Allorché erano così seduti a cena, udirono un grandissimo rumore e il povero vecchio incominciò a congedarsi dalla figlia, perché sapeva che la bestia stava per giungere. Belinda appena vide il mostro fu spaventata, ma riuscì a domare lo spavento. Il mostro le si avvicinò, la guardò da capo a piede domandandole con voce terribile se era venuta in vece del padre.
- Sì! - rispose Belinda.
- Siete una buona fanciulla e vi sono molto grato.
La risposta era tanto cortese che sorprese Belinda e le rese coraggio. Ma lo perdé di nuovo allorché il mostro dirigendo la parola al padre gli disse che desiderava partisse la mattina di poi per non più tornare al palazzo.
- Buona notte mercante. Buona notte Belinda.
- Buona notte bestia - rispose quando il mostro usciva dalla stanza.
- Mia cara figlia - disse il mercante baciandola - sono mezzo morto pensando di doverti lasciare con quella bestia terribile, parti e rimarrò io qui.
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Belinda Belinda Belinda Belinda Belinda
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