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      - Vi contentate che vi serva a tavola? Vedrete che non vi mancherà nulla. Tutto ciò che vedete vi appartiene e mi dispiacerebbe se abbisognaste di qualcosa.
      - Siete molto gentile, tanto gentile che fate dimenticare la vostra bruttezza - disse Belinda seriamente.
      - Sì! - rispose la bestia felice - spero di avere un buon carattere, ma sono sempre un mostro.
      - Vi sono molti mostri che hanno aspetto umano; dei due è meglio aver cuore d'uomo e forma di bestia.
      - Vorrei ringraziarvi Belinda, ma non sono capace di dirvi qualcosa che possa andarvi a genio - replicò la bestia con voce afflitta, e mostravasi così infelice e buona che Belinda, la quale aveva il miglior cuore del mondo, cessò di aver paura. Cenò con molto appetito parlando con quella sua manierina affettuosa e aggraziata, ma da ultimo, quando la bestia stava per uscire, fu atterrita nuovamente sentendosi dire a un tratto.
      - Belinda, volete sposarmi?
      Allora Belinda dovette confessare la verità, perché suo padre le aveva detto che la bestia amava di sentirsela dire. Così rispose con voce ferma:
      - No, bestia.
      Il mostro non andò in collera, si mostrò soltanto afflitto e partì.
      Allorché Belinda fu sola, incominciò ad aver pietà di esso.
      - Peccato - esclamò - che metta paura a vederlo, sarebbe tanto buono!
      Belinda passò tre mesi nel palazzo e vi stava molto bene. La bestia andava a tenerle compagnia ogni sera all'ora della cena; i suoi discorsi non erano molto arguti, ma rivelavano sempre maggior bontà.
      Invece di tremare quando doveva giungere il mostro, essa guardava costantemente l'orologio per sapere quanto mancava alle nove, ora in cui le faceva visita.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





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