Ma il popolo, che e maligno, potrebbe chiamarla la regina Ciabatta; Maestà, non istà bene. Rifletteteci un po' meglio.
Il Re rispose:
- Se la figliuola del ciaba è la più bella donna di tutto il mondo, la figliuola del ciaba sarà mia sposa e regina. Andrò a vederla senza farmi conoscere; partirò domani.
Ordinò che gli si sellasse uno del suoi cavalli e, accompagnato da un solo servitore, s'incamminò per quel paese dove il ciaba abitava.
Per via incontrarono una vecchina che domandava l'elemosina.
- Fate la carità! Fate la carità!
Il Re non se ne dava per inteso.
La vecchina ciampicava dietro il cavallo, affannata:
- Fate la carità! Fate la carità!
Il cavallo del Re s'adombrò e urtò la vecchina che cadde per terra.
Il Re, senza punto curarsene, tirò innanzi; ma il servitore, impietosito, scese da cavallo, la sollevò, e, visto che non s'era fatta nulla di male, prese di tasca le poche monete che aveva e gliele mise in mano.
- Vecchina mia, non ho altro.
- Grazie, figliuolo; si vede il buon cuore. Accetta in ricambio quest'anellino di ferro e portalo sempre al dito; sarà la tua fortuna.
Arrivati in quel paese, il Re, accompagnato dal servitore, passò e ripassò davanti la bottega del ciaba, finché non gli riuscì di vedere la bella ragazza che era la più bella di tutto il mondo.
Rimase abbagliato; e, senza por tempo in mezzo, disse al ciaba:
- Io sono il Re: voglio la tua figliuola per moglie.
Il ciaba rispose:
- Maestà, c'è un intoppo. La mia figliuola ha una malìa: è destinata per l'uomo che le farà provare una puntura al dito mignolo appena le abbia rivolto la prima parola.
| |
Ciabatta Maestà
|