Possiamo provare.
Il Re, a questa notizia, rimase turbato. Oramai era acceso di lei; la voleva sposare ad ogni costo.
- Se questa malìa è la sua buona sorte - poi disse da sé da sé - costei dev' esser destinata a sposare un regnante.
E, tutto allegro, rispose al ciaba:
- Proviamo.
Il ciaba chiamò la figliuola, senza dirle del Re; e, come questi se la vide dinanzi, restò più abbagliato di prima.
- Buon giorno, bella ragazza.
- Buon giorno, signore.
- Non ti senti nulla? - le domandò suo padre che sarebbe stato felice di vederla regina.
- Nulla; che cosa dovrei sentirmi? Lei ignorava la storia della malìa.
Il povero Re gli parve di morire a quella risposta; e stava per andarsene via, zitto, zitto, quando il servitore, che era rimasto in un canto, credette opportuno di dire sotto voce alla ragazza:
- Badate; è Sua Maestà!
- Ahi! ahi! ahi!
La ragazza cominciò a urlare. Sentiva un'atroce puntura al dito mignolo e scoteva la mano:
- Ahi! ahi!
Figuriamo che viso fece il Re quando capì che quella bella ragazza, la più bella di tutto il mondo, era destinata a quel tanghero del suo servitore!
Prese in disparte il ciaba e gli disse:
- Sta' zitto. La tua figliuola sarà regina: lascia fare a me.
Tornato al palazzo reale, chiamò il servitore:
- Prima che tu sposi la figliuola del ciaba, devi rendermi un servizio: mi fido soltanto di te. Porterai questa lettera al re di Spagna e prenderai la risposta. Ma nessuno deve sapere, dove tu vada e perché.
- Maestà, sarà fatto.
Prese la lettera e partì.
A metà di strada incontrò quella vecchina.
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Sua Maestà Spagna
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