- Dove vai, figliuolo mio?
- Dove mi portan le gambe.
- Ah, poverino! Tu non sai quel che ti aspetta! Quella lettera è un tradimento; se tu la presenti al re di Spagna, sarai subito ammazzato. Portagli invece quest'altra qui: farà un altro effetto.
Allora lui prese la lettera della vecchina e quella del Re la buttò via. Ringraziò e proseguì il suo viaggio.
Era già passato un anno e non s'era saputo nuova di lui.
Il Re tornò dal ciaba e disse alla ragazza:
- Quell'omo dev'esser morto. È già passato un anno e non si sa nuova di lui. Il meglio che possiamo fare è lo sposarci noialtri.
- Maestà, come voi volete.
Il Re fece fare i preparativi delle nozze, e, quando fu quel giorno, andò, insieme ai ministri, a rilevare la sposa con la carrozza di gala.
In casa del ciaba trovarono una granata ritta in mezzo alla stanza; e il Re disse ai ministri:
- Ecco Sua Maestà la Regina!
I ministri si guardarono in viso, stupefatti, ma non osarono di rispondergli.
- Maestà, questa qui è una granata!
Il Re in quella granata ci vedeva la sposa, la figliuola del ciaba, la più bella ragazza di tutto il mondo: e, presala pel manico (lui credeva di prenderla per la mano) la portò in carrozza e cominciò a dirle mille cose.
I ministri erano costernati, e si sussurravano all'orecchio:
- Che disgrazia! Il Re è ammattito! Il Re è ammattito!
Prima di arrivare in città, dove il popolo aspettava l'entrata della regina, si fecero coraggio e uno di loro gli disse:
- Maestà, perdonate!... Ma questa qui e una granata!
Il Re montò sulle furie; la prese per un'offesa alla regina.
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