Sua Maestà gli cavò l'anello dal dito, se lo mise al suo, e così andò a presentarsi alla figliuola del ciaba.
- Buon giorno, ragazza.
- Ahi! ahi! ahi!
La ragazza cominciò a urlare; sentiva un'atroce puntura al dito mignolo e scoteva la mano:
- Ahi! ahi!
Ora la cosa andava bene; e il Re ordinò di bel nuovo i preparativi per le nozze. E quando fu quel giorno, andò a rilevare la sposa colla carrozza di gala.
Al palazzo reale, disse il Re alla Regina:
- Maestà, questo è il vostro appartamento.
E la figliuola del ciaba prese possesso del suo magnifico appartamento.
Ma, poco dopo, quando il Re volle andare a vederla, gira di qua, rigira di là, non trovava l'uscio, e vedeva scritto sui muri:
Fai, fai, fai,
Non l'hai avuta e non l'avrai.
La Regina veniva ai ricevimenti di corte, veniva nella sala da pranzo dove c'erano molti invitati, e poi si ritirava nel suo appartamento.
Il Re voleva andare a vederla, ma, gira di qua, rigira di là, non trovava mai l'uscio, e vedeva sempre scritto sui muri:
Fai, fai, fai,
Non l'hai avuta e non l'avrai.
Era disperato; e siccome era pieno di superbia e di vanità, non diceva nulla a nessuno per non sentirsi canzonare.
Quel povero uomo del servitore, appena aperti gli occhi, dopo un sonno di due giorni, si era subito accorto che gli era stato rubato l'anello; ed era andato via dal palazzo reale, piangendo la sua sventura.
Uscito fuori le porte della città, avea trovato la vecchina:
- Ah, vecchina mia, mi hanno rubato l'anello.
- Non t'angustiare; non è nulla. Quando il Re avrà sposato, appena la Regina sarà entrata nel suo appartamento, pianta questo chiodo sulla soglia dell'uscio, e vivi tranquillo.
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Maestà Regina Regina Regina
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