e passarono a cavallo il Principe ed una bella signora. Potete esser sicuri che la Principessa si sentì
schiantare e rischiantare il cuore" a quella vista. Allora stiacciò una delle noci e ne scappò fuori una donnina piccina piccina che cardava. La principessa andò subito al castello e chiese di vedere la signora, la quale appena scôrse la donnina piccina piccina che cardava, senza fermarsi mai, la chiese alla Principessa, e le offrì in cambio di scegliere qualcosa nel castello.
- Ve la darò soltanto col patto che ritardiate di un giorno il vostro matrimonio col Duca, e che io possa andare stanotte sulla terrazza davanti alla camera di lui.
La signora desiderava tanto la noce colla donnina, che le accordò quanto chiedeva. Quando fu buio e il Duca era bene addormentato, la Principessa entrò sulla terrazza e sedutasi per terra incominciò a cantare.
Lontana e vicina, ognor pensava a te,
Caro duca destati, deh parla a me.
Cantò e ricantò, ma il Duca non si svegliò mai, e la mattina la Principessa discese dalla terrazza senza sapere se era stata udita o no.
Allora stiacciò la seconda noce e scappò fuori una donnina piccina piccina che filava. Essa piacque tanto alla signora che subito acconsentì a protrarre di un altro giorno le nozze. Ma la Principessa non fu più fortunata la seconda notte della prima. Disperata schiacciò l'ultima noce che conteneva una donnina piccina piccina che dipanava. Allo stesso patto la cedé alla signora.
Allorché il Duca si vestiva la mattina, il servo gli domandò che cosa era lo strano canto e il lamentìo che si era udito per due notti consecutive sulla terrazza.
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