Potete figurarvi se i genitori di Riccardo le volevano bene e se ella lo meritava, sì per l'affettuosa ricordanza dei vecchi padroni buon'anima, sì pei servigi da lei resi ai giovani e per tutte l'eccellenti qualità che aveva.
Sebbene fosse affatto incolta, perché nata e cresciuta in un misero villaggio dove niun altra persona che il parroco sapeva leggere e scrivere, tuttavia per la naturale svegliatezza d'ingegno era capace di fare egregiamente le parti di esperimentata massaia; e perciò a lei avevano sempre lasciato tutte quelle cure domestiche per le quali non fosse proprio necessaria la opera del padrone. Ella aveva le chiavi della guardaroba, della cantina, della credenza, di tutto, ella, da sé medesima, dopo aver visto lavorare una sarta, aveva imparato a tagliare e cucire le vesti da donna e da uomo; ella abilissima a stirare, a rimendare, a cucire la biancheria; e con tutto ciò non aveva mai sdegnato di continuare le sue prime e più ordinarie faccende di far da cucina, di fare il pane, di fare il bucato, di aver cura dell'orto, del pollaio, d'ogni cosa. Insomma la era, si suol dire, una di quelle donne impagabili che sanno far tutto, che mai si stancano, che nulla pretendono, che s'affezionano alla famiglia dei padroni come se fossero dello stesso sangue. E con tanti meriti era modesta, sempre sottomessa ai superiori, amorevole con l'inferiori, di poche parole, discreta a segno che fino il tenue stipendio a lei destinato lasciava bene spesso nelle mani del padrone. Non aveva al tempo della infanzia di Riccardo, altri parenti che una sorella; e questa che era stata cameriera di una ricca signora, essendosi anch'ella meritata la stima e l'affetto della padrona, aveva avuto, alla morte di lei, un lascito di qualche valore ed una pensione.
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Riccardo Riccardo
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