Il castaldo, per opera di questi, ebbe un impiego di sotto-fattore, e poté anch'egli assicurarsi un pane per la vecchiaia.
Se questa lezione potrà giovare anche a qualche sconsigliato giovinetto che fosse nel rischio di commettere gli stessi falli di Riccardo, non sarà vano averne narrata la storia, sventuratamente è da temere che molti si lascino come lui sedurre dai falsi piaceri, e traviare dai pessimi esempi, mentre niuno di essi potrà essere certo d'incontrare il soccorso d'una donna generosa e virtuosa quanto la buona Marianna.
Emma Perodi
Chioma d'argento.
Nr. 11 (15 Marzo 1883), p. 172-175.
C'era una volta un re e una regina. Questa ogni anno metteva al mondo una figliola. In capo a cinque anni ne aveva cinque, tutte belle come tanti occhi di sole.
La regina era orgogliosa di quella bella figliolanza, il re pure, e vivevano felici come pasque in un palazzo che era una meraviglia. Ma la notte che la quinta figliola compiva cinque anni, comparvero sul tetto del palazzo cinque cornacchie nere nere, e da quella notte la regina incominciò a dimagrare, e a doventar malinconica. In pochi giorni si ridusse che pareva una vecchia.
Il re era disperato e ordinò che quelle cornacchie fossero uccise. Era sicuro che dovevano essere cinque maghe invidiose della sua felicità. Ma appena una delle guardie saliva sul tetto per eseguire l'ordine del re, le cinque cornacchie volavano in alto e di lassù si mettevano a gracidare:
Fai faiVive non ci piglierai.
Intanto la regina languiva sempre; s'era ridotta sulle cigne.
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Riccardo Marianna Perodi Marzo
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