Non apriva gli occhi altro che quando le cinque principesse andavano a passeggiare, perché allora le cornacchie volavano dietro alla minore di loro.
Il re non sapeva quel che fare. Adunò tutti i savi del regno; gli chiesero un po' di tempo prima di dare il loro parere. Finalmente uno di essi, a nome di tutti, disse:
- Maestà, qui c'è una malìa; bisogna cercare di uccidere le cornacchie.
- E il mezzo? - domandò il re impazientito.
I savi si guardarono in faccia. Il mezzo non lo sapevano davvero.
Il re cadde in una cupa malinconia; non poteva veder soffrire la regina in quel modo, preferiva la morte.
Pensa e ripensa credé alla fine d'aver trovato il mezzo di distruggere le cornacchie. Fece avvelenare tanti polli, e quando furon morti li fece gettare sul tetto. Le cornacchie li avrebbero mangiati e sarebbero crepate.
Ma il re aveva fatto male i calcoli. Le cornacchie invece di precipitarsi sui polli, volarono in alto, e di lassù gracidavano:
Fai faiVive non ci piglierai
E morte non ci avrai.
Il re era disperato e la regina languiva sempre.
Pensa e ripensa credé d'aver trovato un altro mezzo. Vedendo che le cornacchie seguivan sempre la minore delle sue figliole, stabilì di allontanarla di casa. Gli piangeva l'anima di separarsene, ma delle figliole gliene rimanevano altre quattro, e se moriva la regina sarebbe morto anche lui.
Una notte mentre la principessina dormiva, la fece prendere e portare in un bosco, e lì la lasciarono sola.
Quando aprì gli occhi era sempre notte, una notte nera nera.
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