Dopo tanto pensare decisero di addormentarla e rinchiuderla nella più bella stanza del loro palazzo di cristallo di rocca e d'oro. Quando avrebbe avuto diciotto anni, l'avrebbero destata.
Una volta che Chioma d'argento si faceva vestire dalle fate, una di loro le conficcò nel cuore uno spillo d'oro. Cascò in terra come morta, e le fate le composero un letto tutto di fiori e costì l'adagiarono. Tutti i giorni cambiavano i fiori e stavano a custodirla come se fosse un tesoro.
Per tornare un passo addietro, appena Chioma d'argento fu portata nel bosco, le cinque cornacchie sparirono di sul tetto, e la regina ritornò sana e fresca come una rosa.
Il re era felicissimo, e ordinò grandi feste in tutto il regno.
Ma prima che i suoi ordini fossero eseguiti, si ammalò la maggiore delle principesse e morì. Dopo morta doventò nera come un tizzo spento. Nessuno seppe dire di che male era morta. Il giorno dipoi si ammalò la seconda e morì pure. Anche lei dopo morta doventò tutta nera.
In pochi giorni il re e la regina rimasero senza punte figliole.
La regina si struggeva in pianto. Che le faceva la salute, ora che non aveva più figliole? Voleva morire anche lei.
Il re non aveva più pace: mandò nel bosco a ricercare la minore delle figliole, ma le guardie tornarono senza averla trovata. C'erano tanti lupi in quel bosco, probabilmente se l'erano mangiata.
Passa del tempo.
Una notte il re vide in sogno una cornacchia che si posava sulla corona del letto e di lassù gracidava:
Chioma d'argento, Chioma d'argento
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Chioma Chioma Chioma
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