Dorme rinchiusa nel monumento.
- Chi è Chioma d'argento? - domandò il re. E la cornacchia a gracidare:
Per te ormai sarebbe morta,
Ma le fate l'hanno accolta.
Il re capì tutto e si destò. La cornacchia non c'era più. Ora voleva ritrovare la figliola a ogni costo, ma chi gli avrebbe detto dove stavano le fate?
Passa dell'altro tempo. Il re non sapeva che fare.
Un giorno che era seduto in giardino tutto malinconico, vede un giovane che si ferma a guardarlo. Il re gli domanda chi era e che cosa voleva. Glielo disse subito. Era povero e voleva far fortuna.
- Trovami la casa delle fate e riconducimi Chioma d'argento, e la tua fortuna è fatta.
Il giovane non si sgomentò e promesse al re di dargli presto notizie di sé e andò via.
Sapeva che nella Valle della Luce ci stava il Nano dal cavallo che indovinava tutto, e ci va.
Dopo un viaggio lungo, ma lungo, arriva alla Valle della Luce e trova il Nano dal cavallo, e gli espone lo scopo del viaggio.
Il Nano interroga il cavallo, ma il cavallo rispondeva sempre battendo colla zampa cinque volte il terreno, e alzando il muso in aria.
Il giovane non capiva; il Nano glielo spiegò: doveva camminare cinque notti di seguito, sempre dietro alla luna. Così sarebbe giunto alla casa delle fate. Poi doveva passare cinque grotte, sfondare cinque porte d'oro, e là avrebbe trovato Chioma d'argento.
Il giovane non sapeva come doveva fare a sfondar le porte. Il Nano gli dette cinque noci; ne doveva stiacciare una quando giungeva davanti alla prima porta e le altre dopo.
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