- Perché?
- Perché, volere o volare, fosti tu quello che mi mangiò tutta la colazione la mattina che feci da sentinella avanzata. E me ne ricordo sempre!... ma oramai t'ho bell'e perdonato e non ci penso più. Però tutte le volte che quella colazione mi torna a mente, sento sempre una certa vogliolina... o come chi dicesse, una tentazione di ricattarmi... ma oramai ti ho bell'e perdonato e non ci penso più! E per l'appunto, che fame avevo quel giorno! Una fame da lupi!... Abbi pazienza, Leoncino, se te lo dico: ma la tua fu una gran brutta celia e me la rammenterò sempre fin che campo... ma oramai t'ho bell'e perdonato e non ci penso più!...
- Basta, basta! - interruppe Raffaello, che cominciava ad annoiarsi. Andiamo piuttosto a vedere questo gran salto dalla terrazza?
- Sì, sì, vogliamo il salto, vogliamo il salto! - gridarono tutti.
Leoncino, a dir la verità, ne avrebbe fatto volentieri di meno: ma dopo essersi vantato tanto, non poteva più ritirarsi dalla prova. Il suo amor proprio non gliel'avrebbe permesso!!! Perché bisogna sapere che c'è un amor proprio anche per i ragazzi: molte volte è un amor proprio falso, un amor proprio grullo e malinteso (come nel caso di Leoncino che, per amor proprio, si metteva al rischio di rompersi il collo); ma i ragazzi hanno il vizio di voler ragionare su tutte le cose a modo loro, e questa e stata sempre una gran disgrazia.
Leoncino esitò un minuto... due minuti... poi, fatto un animo risoluto, si mosse per andare sulla terrazza: ma non era ancora entrato nell'uscio di casa, che si trovò di faccia lo zio Giandomenico, il quale domandò a lui e a quell'altre birbe:
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Leoncino Raffaello Leoncino Giandomenico
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