- borbottava fra sé con la voce da piagnisteo d'una regina da tragedia. - Non poter far nulla di nobile, nulla di grande! Almeno fossi bella!... Che gioia se fossi una farfalla con le ali dorate... tutte mi guardarebbero, mi ammirerebbero, e la mia vita sarebbe uno svolazzare continuo di fiore in fiore, di piacere in piacere.
Così diceva in tuono piagnucoloso la signorina Dell'Api, e in quel mentre - guardate che combinazione - una bella farfalla svolazzava per l'aria pavoneggiandosi al sole che faceva luccicare la polvere d'oro delle sue diafane ali. I singhiozzi della povera signorina le feriron l'orecchio, e le fecero rivolgere sopra di lei, mentre si spingeva più in alto nell'aria, uno sguardo di compassione.
La signorina Dell'Api che si vide guardare dall'alto in basso, si mise a singhiozzare più forte che mai.
- Cosa c'è, cosa c'è, signorina? - disse una voce strana. - Era la voce d'una mosca di conoscenza, un po' rozza di modi, ma in fondo bravissima persona.
- Oh, signora Mosconi, vorrei tanto essere una farfalla!
- Una farfalla? E perché?
- Perché mi son seccata a far l'ape tutta la vita... O che le pare un bel mestiere il mio? Correre di qua e di là, posarsi su tutti i fiori senza aver mai terra ferma, aspirarne la fragranza e portarne a casa i succhi più soavi... e perché poi?
- O bella, per fare il miele...
- Già, come se quel miele fosse per noi, come se ce lo dessero la mattina a colazione col caffè e latte... E poi, se anche ce lo dessero, ne saremmo stucche lo stesso!
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Dell'Api Dell'Api Mosconi
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