Veramente, da quel vermiciattolo non era stata mai conosciuta, non gliel'avevan mai presentato, come si usa fra le persone educate; quindi, nella sua alterezza, non credeva la vanerella d'esser obbligata a rispondere. Ma piuttosto che torcergli il muso tacendo, il dispetto la consigliò a dargli quasi una lezione di buona creanza.
- Non parlavo con lei, ma con la signora Mosconi che è mia amica e con la quale posso discorrere.
E batté su queste parole che pronunziò a denti stretti e con la bocca di traverso. La signorina Dell'Api, che a un po' di nobiltà ci pretendeva, rialzò la testa e squadrò dall'alto in basso il nuovo venuto:
- Scusi - riprese quegli - ma io, se fossi lei, sarei tanto felice!
- Bella forza, perché lei è un miserabile verme, un essere quasi... quasi spregevole... Ma creda che io, se fossi lei, non sarei punto felice!
Il bacolino chinò la testa, tutto umiliato.
- Ma che diamine dite? - esclamò a un tratto una tignuola che passava di lì. - Non era bella, a dir vero; ma per tignuola non c'era male. E poi il sole che fiammeggiava su in alto le indorava le ali che luccicavano come di metallo brunito.
La signorina a quella domanda fattale così a bruciapelo, si scosse: e, trattandosi di persona di soggezione, si contentò di rispondere:
- Parlavo a cotesto misero vermiciattolo...
- E perché misero? - soggiunse la tignuola.
- Perché sta sempre rasente terra, perché non ha ambizione...
- O che credete che l'ambizione faccia felici?
- Felici, forse no... ma non è cosa nobile contentarsi d'essere umili e vili.
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Mosconi Dell'Api
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