- Birbante! ladro! Qua i panni! - urlavano i due infelici garzoni; ma il ladro invece di ubbidire a quella ingiunzione correva più che mai.
Quando lo ebbero perso di vista si gettarono l'uno nelle braccia dell'altro e piansero dirottamente. In tasca dei vestiti ci avevano messo anche il salvadanaio coi pochi soldi risparmiati.
- Oh Dio! - e cominciarono a tremare a vetta a vetta, e le lagrime che scendevano loro dagli occhi erano tante che scorrevano loro lungo il corpo secco secco, e dopo aver lasciato dei depositi che parevano laghetti nelle cavità, andavano a ingrossare il fiume, che correva rigonfio come dopo una lunga pioggia estiva. Ora torniamo un passo addietro. L'americano dunque dopo aver comprato la famosa bambola dal sor Timoteo se la portò a casa e la guardava come una cosa preziosa. Egli comprava oggetti antichi per farne un museo perché il suo amico e vicino ne aveva già uno, e facevano a picca a chi portava a casa oggetti più rari.
- Questa non l'ha davvero! questa non l'ha davvero! - esclamava pensando già alla invidia dell'amico, quando entrò da lui un rigattiere che tutti i giorni gli procurava qualcosa di molto antico, come sarebbe un brano del mantello di Giulio Cesare, un dente d'Alessandro, o l'elmo di Epaminonda. Subito gli fece vedere la preziosa bambola, unica nella sua specie, rimasta intatta sotto le ceneri e la lava che distrussero Pompei.
- Dovrebbe esser doventata almeno almeno una candela - disse il rigattiere guardandola. - Gliela hanno data ad intender bellina!
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