Si avvicinò pian pianino, in punta di piedi, al giovinetto che dormiva: e rattenendo perfino il fiato... allungò adagino adagino una zampa... prese con una velocità incredibile la pipa che era posata sull'erba... e poi, via a gambe come il vento.
Appena arrivato a casa, chiamò subito, tutt'allegro, il babbo, la mamma e i fratelli; e in presenza a loro, infilatosi quel pipone fra i labbri, cominciò a fumare con lo stesso garbo e con la stessa disinvoltura, come avrebbe fatto un vecchio marinaio.
La mamma e i fratelli, a vedergli uscir di bocca quelle nuvole di fumo, ridevano come matti: ma il suo babbo che era uno scimmione pieno di giudizio e di esperienza di mondo, gli disse in tono di avvertimento salutare:
- Bada, Pipì! A furia di scimmiottare gli uomini, finirai un giorno o l'altro col diventare un uomo anche tu... e allora? Allora te ne pentirai amaramente, ma sarà troppo tardi!
Impensierito da queste parole, Pipì gettò via la pipa di bocca e da quel giorno in poi non fumò più.
Eppure quella pipa rubata portò la disgrazia e la desolazione in quella povera famigliola. Difatti, pochi giorni dopo, Pipì fu colpito da un orribile infortunio! Lo sciagurato perdé per sempre la sua bellissima coda: una coda così bella, che bastava averla vista una volta, per non potersela mai più dimenticare.
Come andò che Pipì perdé la sua magnifica coda?
È una storia crudele e dolorosa, che fa venire le lacrime agli occhi soltanto a pensarvi; e io ve la racconterò in quest' altro capitolo.
(Continua)
Cap.
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Pipì Pipì Pipì Pipì Continua
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