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      ... Oh! povero Arabā!... - disse Pipė con falsa compassione.
      E dopo se ne andō di corsa: e a quante scimmie e scimmiottini incontrava per la strada, ripeteva a tutti queste parole:
      - Volete veder ballare il vecchio Arabā? Venite domattina sul lago e io vi farō assistere a questo bellissimo spettacolo.
      La mattina dopo, come potete immaginarvelo, c'era sulla riva del lago una folla immensa.
      Tutti aspettavano che Arabā ballasse il trescone.
      Quand'ecco Pipė che, salito sopra un albero sporgente sull'acqua, cominciō a calarsi gių di ramo in ramo, e tenendosi penzoloni per aria, si allungō e si distese tanto, da poter toccare con la punta della sua coda il naso del coccodrillo.
      Ma il coccodrillo, appena sentė la coda di Pipė, chiuse la bocca e zaff... con un semplice morso gliela staccō di netto fin dal primo nodello.
      Lo scimmiottino cacciō un grido acutissimo di dolore: e buttandosi di sotto all'albero, si dette a scappare verso la foresta.
      Arrivato vicino a casa, vi lascio pensare come rimase, quando portandosi una mano di dietro, si accorse che la coda non c'era pių.
      La coda era rimasta in bocca al coccodrillo, che a quell'ora l'aveva bell'e digerita.
      Preso dalla disperazione e vergognandosi a farsi vedere dalla sua famiglia in quello stato compassionevole di scimmiottino scodato, Pipė infilō per una viottola solitaria, camminando all'impazzata fino a notte chiusa, senza sapere neanche lui dove andasse a battere il capo.
      Finalmente non potendone pių dalla stanchezza e dal sonno, si sdraiō sopra un monticello di frasche secche per riposarsi un poco.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





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