- Ohi! son morto!... - gridō di dentro il povero Pipė: e non disse altro.
Intanto il sacco, a quell'urto screanzato, riprese di nuovo a ruzzolare per terra, come una vescica piena d'aria: e il topo e il vitello a corrergli dietro per fermarlo: e il sacco, via... ruzzolava sempre pių lesto... e il topo e il vitello a rincorrerlo ansanti e con la lingua fuori.
E, dopo aver corso una giornata intera, e, quando erano proprio lė lė per raggiungerlo, il sacco fece altri duo ruzzoloni e gių... cadde in un fiume cosė profondo e cosė largo, che non si vedevano le sponde da una parte all'altra.
La mattina dopo alcuni pescatori bussarono alla porta di un bel palazzo, e al servitore che veniva ad aprire, chiesero premurosamente:
- Č alzato il padroncino Adolfo?
- Il padroncino - rispose il portiere - č nella sala terrena, che prende il caffč e latte.
- Avvisatelo, che stamani all'alba, abbiamo pescato nel fiume il famoso sacco...
- Che cos'č mai questo sacco?
- Gli č quello che il padroncino aspetta da parecchi giorni.
Appena il portiere ebbe fatta l'imbasciata, tornō in un attimo sulla porta e disse ai pescatori:
- Passate subito.
I pescatori entrarono col sacco sulle spalle, e giunti alla presenza del padrone, lo posarono delicatamente sul pavimento.
- Apritelo! - disse il giovinetto Adolfo.
- Č impossibile, signor padrone. Ci siamo provati a sfondarlo con gli scalpelli, con le scuri e co' trapani... ma il sacco č pių duro del macigno.
- Prendete questo spillo, e bucatelo.
E nel dir cosė, il giovinetto Adolfo si levō dal fazzoletto da collo uno spillo d'oro, sormontato da una grossa perla, sulla quale (cosa singolarissima!
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Pipė Adolfo Adolfo Adolfo
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