) si vedeva dipinta la testa di una bella bambina coi capelli turchini.
I pescatori presero lo spillo in mano, e guardandosi fra loro stupefatti, pareva che volessero dire: - "Com'č possibile che con questo spilluccio d'oro si possa forare un sacco, che ha resistito ai trapani e agli scalpelli?
- Bucate subito quel sacco - ripeté Adolfo, con voce di comando.
I pescatori, per atto di ubbidienza, si chinarono, provandosi a infilare la punta dello spillo: e immaginatevi quale fu la loro meraviglia, quando si accorsero che lo spillo entrava con tanta facilitā, come se il sacco fosse stato di polenta o di panna montata.
Appena bucato leggermente, il sacco si aprė in due parti, e lasciō vedere un povero scimmiottino, tutto malconcio, che dava appena gli ultimi segni di vita.
Adolfo prese lo scimmiottino in collo, e gli bagnō la bocca con un po' di latte tiepido.
A poco per volta Pipė si riebbe ed aprė la bocca. Allora Adolfo gli pose in bocca una pallina di zucchero e un crostino imburrato.
Pipė inghiottė il crostino e lo zucchero, senza far nemmeno l'atto di masticarli.
Poi aprė gli occhi e gli fissō negli occhi di quel simpatico giovinetto, che aveva per lui tante cure e tante attenzioni: e pareva quasi che volesse ringraziarlo.
Alla fine, quando a furia di latte, di crostini e di palline di zucchero, Pipė ebbe ripreso tutte le sue forze, allora saltō in terra, e stando ritto sulle gambe di dietro, cominciō a cuoprir di baci la mano del suo piccolo benefattore.
I pescatori, tutta gente d'ottimo cuore, commossi a questa scena, facevano i luccioloni e si rasciugavano gli occhi: ma il padroncino Adolfo disse loro:
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Adolfo Pipė Adolfo Pipė Adolfo
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