- Andate alle vostre faccende e chiudete la porta di sala: ho grandissimo desiderio di parlare a quattr'occhi con questo scimmiottino.
Cap. IV.
Quando Adolfo e Pipì si trovarono soli, cominciarono a guardarsi l'uno con l'altro, senza fiatare e senza fare il più piccolo gesto.
E si guardarono per un pezzo.
Alla fine Adolfo, non potendo più star serio, dette in una gran risata: e lo scimmiottino fece altrettanto.
E risero tutt'e due sgangheratamente, senza sapere il perché, come ridono i ragazzi un po' giuccherelli, quando si lasciano prendere dalle convulsioni del riso.
Sfogati che si furono, Adolfo disse allo scimmiottino:
- Come ti chiami di nome?
- Pipì.
- E il tuo casato?
Lo scimmiottino ci pensò un poco; e poi, grattandosi lesto lesto il capo, rispose:
- Pipì senza casato.
- Quanti anni hai?
- Sono il più piccino de' miei fratelli.
- E i tuoi fratelli che età hanno?
- Sono più giovani del babbo e della mamma.
- Ho capito tutto - disse Adolfo ridendo. Poi gli domandò:
- E la coda dove l'hai messa?
- Non lo so.
- Come non lo sai?
- L'avrò perduta per la strada! Sono così scapato!...
- Eh via! Ti par possibile che uno scimmiottino possa perdere la coda per la strada?
- Allora vuol dire che l'avrò lasciata a casa. Sono partito con tanta fretta, che non ho avuto il tempo di vedere se avevo preso con me tutto il bisognevole.
- Dimmi Pipì; le dici mai le bugie?
- Qualche volta... specialmente quando mi vergogno a dire la verità...
- Ti fa torto: le bugie non vanno dette mai.
- Non le dirò più.
- Raccontami dunque la verità. Com'è che hai perduta la coda?
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Adolfo Pipì Adolfo Adolfo Adolfo Pipì
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