Alzatisi da tavola, Adolfo disse guardando l'orologio:
- Il bastimento parte a mezzanotte. Dunque abbiamo appena un'ora di tempo per dare un'occhiata ai bauli e per vestirci tutti e due in abito da viaggio.
- In cinque minuti io son pronto - disse Pipì, e ballando e saltando entrò nella sua camerina.
E quando fu lì, cominciò subito a levarsi la giubbettina di panno nero per infilare una piccola giacca di tela bianca: invece delle scarpine calzò un paio di stivaletti a doppio suolo, e invece del solito cappello si ficcò in testa un elegante berrettino di seta celeste.
Poi andò a guardarsi allo specchio: ma nel mentre che se ne stava tutto contento, pavoneggiandosi e facendo con la bocca e con gli occhi mille versacci grotteschi, sentì un piccolo rumore, come se qualcuno di fuori si arrampicasse per salire fino alla sua finestra di camera.
Da principio ebbe una gran paura: ma, fattosi coraggio, aprì la finestra e vide... vide due zampe che lo abbracciarono stretto stretto intorno al collo e intese una voce soffocata dalla consolazione e dalla gioia, che mugolava teneramente:
- Oh! mio povero Pipì!... Finalmente ti ho ritrovato.
Sofia ALBINI
Buon giorno Annuccia!
Nr. 35 (30 agosto 1883), p. 554-556;
Nr. 36 (6 settembre 1883), p. 570-572.
Ad Antonietta R.
C'era una volta una bambina che si chiamava Annuccia: aveva otto anni, ed era buona, con de' grandi occhi neri pieni di foco e d'intelligenza. E non dicevan bugie quegli occhioni! Annuccia era proprio un demonietto, e con poca fatica, proprio pochina, a scuola faceva sempre la prima figura.
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