Ma l'uscio di casa fu sbattuto, risonarono i passi del babbo e della mamma nel cortile, e Annuccia, dopo essersi slanciata all'uscio desolata, pensò bene di tornar addietro, di asciugarsi il viso e di mettersi al tavolino.
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Finito il compito, si sedette vicino alla finestra che s'apriva sul giardinetto - abitavano al pian terreno! - a studiar la lezione, ma avrebbe avuto tutt' altra voglia.
Il cielo era così trasparente e il sole così caldo! come doveva essere bello fuori di porta, lungo i fossati pieni di ghiaccio, che scricchiolava sotto i piedi dei monelli che vi facevan le lunghe scivolate empiendo l'aria dì risate e di strida!
Mah! la mamma e il babbo sono proprio stati cattivi. Ieri sera a letto presto, e neppure una pasta! oggi dover stare in casa con questo bel tempo!
Appoggiò il nasetto ai vetri sospirando, e si mise a guardar sul viale la neve, che sciogliendosi al sole, pareva agitarsi e palpitare come cosa viva, e brillava come un mucchio di diamanti. I passerotti saltellavano qua e là picchiettandola col becco e lasciandovi le impronte delle loro zampine.
- Il Signore manda forse colla neve delle briciole di pane per gli uccelletti? - pensò Annuccia - oppure qualche altra cosa, come la manna degli ebrei? - Ella provò una gran tentazione di uscire a guardare la neve, ma c'era quella benedetta laitière et son pot au lait da studiare. Ci diede una ripassatina, e arrivata finalmente all'ultimo verso.
Le lait tombe: adieu, veau, vache, cochon, couvée! Annuccia gridò addio al suo libro, buttandolo in aria, e spalancò i vetri!
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Annuccia Annuccia
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