Fecero a rotta di collo il viale di lecci, imboccarono la strada maestra, e via verso Firenze. Primo veniva, facendo un gran fracasso, il cavallo a dondolo, poi Tommaso col ciuco; Trottolino formava la retroguardia. La gente che li vedeva correre all'impazzata andava sulle porte, i ragazzi urlavano, le carrozze si scansavano, le dame allungavano gli ombrelli, pareva il finimondo.
- Corri! Corri! - si sentiva gridare da ogni parte. Quando passarono davanti alla statua equestre di Ferdinando I, il cavallo di bronzo spiccò un salto dal piedistallo, e dietro anche lui. Intanto un vecchio colla falda si messe anche lui a correre dicendo a Trottolino:
- Sbrigati via, se no perdi la cacciata; - ed ebbe misericordia delle sue gambette e se lo messe a cavalluccio.
- M'inseguono! m'inseguono! - gridava il Cavaliere Magico.
Infatti aveva dietro a sé una volpe di pietra sbucata fuori dal portone di un palazzo, il cinghiale di bronzo della fontana di Mercato Nuovo, e due mastini che ornavano il cancello del Castello Meraviglioso. A Trottolino pareva di sentirli abbaiare, ma non ne era sicuro.
- Siamo desti o addormentati? - domandò al vecchio che lo teneva a cavalluccio.
- Addormentati! Ma che ti pare! Non voglio sulle spalle un ragazzo addormentato; - e il vecchio lo buttò in terra accanto all'abbecedario.
La caccia tornava addietro.
Trottolino si vide passare davanti prima la volpe, poi il porcellino e i mastini.
- Vieni! - esclamò il Cavaliere Magico, rasentandolo alla corsa e cantando:
Buon Natale, Trottolino,
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