Buon Natale, Trottolino.
Il ragazzo si slanciò dietro al Cavaliere Magico con più foga che mai: avrebbe corso fino alla morte se avesse potuto. Ma ecco che si avvicinano ad un fosso. Lo salterà il cavallo a dondolo? Trottolino stava a vedere e sperava di sì. Ma uno sgabellino gli fu d'ostacolo; spesso le cose più piccine impediscono le grandi azioni. Il cavallo a dondolo inciampò, traballò, cadde nel fosso, e per quel cosuccio da nulla, come lochiamava Trottolino, il Cavaliere Magico rotolò anche lui nell'acqua. Povero Cavaliere Magico!
- Ora li acchiappo - urlò Trottolino dalla sponda del fosso. Ma invece di sentir l'acqua gli parve di esser sollevato, di volare sopra una nube; il cavallo a dondolo raggiungeva la riva e correva senza cavaliere, la folla faceva coro al Cavaliere Magico e cantava:
Buon Natale, Trottolino,
Buon Natale, Trottolino.
E allora gli parve che una mano amica lo riconducesse a casa e lo stendesse sulla pelle d'orso.
- Dove sono, e chi è che canta? - domandò a Tommaso che attizzava il fuoco.
- La gente che va alla messa canta, e quelle che sente sono le campane di Natale, le campane di Natale che suonano il doppio.
- Ho corso tanto - disse il bambino - e il Cavaliere Magico ha cavalcato il mio cavallo a dondolo.
- Ero io, ero io! - rispose ridendo Tommaso.
- Tu, il Cavaliere Magico?
- No, son caduto dal suo cavallino mentre lei dormiva. Veda, eccolo là.
Infatti il cavallino era disteso sul pavimento.
- Mi pareva vero - disse Trottolino soprappensiero - ma ora saprei montarlo; guarda se mi riesce, mettimi in sella, Tommaso.
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