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      Si voglion battere, si fissa il giorno, ma quel giorno tira vento, e la strage è impedita.
      E fra questi Scherzi non voglio omettere di rammentare Il lamento di Ricotta, componimento che egli ha ripudiato, perchè privo di quello scopo morale e politico che dette poi sempre ai suoi scritti, ma che tuttavolta persiste a rimanere, se non altro, nell'appendice delle sue poesie: Questo Ricotta era un vetturino di Pisa conosciutissimo, il quale tutto ad un tratto scappò fuori impresario di Teatro. L'impresa, a detta sua, gli rese poco o niente, sebbene gli scuolari vi accorressero in folla e applaudissero da disperati. Fu a cagione di questi applausi che il Giusti ebbe quella chiamata dalla polizia che ci fruttò il famoso componimento La Rassegnazione. Ecco come egli narra questo caso al Giordani.
      « . . . . La chiamata al Commissario allude a un fatto accaduto nel 1833, quando ero scuolaretto a Pisa, e quando le loro eccellenze birresche sentivano un non so che di rivoluzionario anco negli applausi fatti al teatro. Fui chiamato con altri cento come turbatore della quiete pubblica, e dopo essere stato minacciato d'arresto e di sfratto se d'allora in poi non mi fossi fatto un dovere di sentire la musica come la sente il cuore di un Commissario di polizia, mi domandarono se avevo nulla da dire. — Nient'altro, risposi, se non che io non ero al teatro. — Come non eravate al teatro, se trovo il vostro nome sulla lista degli accusati? — Può essere, replicai, che i birri e le spie m'abbiano tanto nell'anima da vedermi anche dove non sono.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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