— Qui il Commissario montò sulle furie, ma io stetti duro e citai per prova il Conte Mastiani, dal quale l'omo era spesso a desinare. A questo nome, al vedere, gli si schierarono davanti i lessi e gli arrosti mangiati e da mangiare, perchè mutò tono a un tratto, e mi disse: — Andate, e in ogni modo prendete questa chiamata per un'ammonizione paterna.»
La Rassegnazione accenna già ad un cangiamento nella maniera di comporre, il quale era occasionato in lui dalla Rivoluzione di Modena e delle Romagne, cangiamento che era pure avvenuto nei liberali e nei giovani, che son liberali sempre. Si videro questi a grado a grado mutar faccia e contegno: le allegre chiacchiere si volgevano in seri ragionamenti; i silenzi pensosi succedevano ai silenzi distratti; ai romanzi stranieri si sostituivano le patrie istorie; i canti del Berchet detronizzavano le novelle del Batacchi. Un giorno in un crocchio di giovani leggevasi la Storia del Botta dal 1789 al 1814: vari di questi erano seduti intorno a una tavola; era d'inverno, e uno di essi teneva uno scaldino fra le gambe. Il Giusti leggeva con calore e con impeto la difesa dei Calabresi. Giunto al luogo ove presso a poco è detto: assaliti nelle loro grotte, ferivano; feriti, ferivano; uccisi, sembrava volesser sempre ferire, si ode uno scoppio, si vede sollevarsi un nuvolo di polvere. Tutti saltano in piedi. Che era stato? Il giovane che aveva lo scaldino, nel sentire i Calabresi ridotti agli estremi, aveva cominciato a stringerlo convulsivamente fra le ginocchia, e sempre più stringendolo nell'udire gli sforzi di quel valor disperato, aveva finito con ischiacciarlo.
| |
Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
|
|
Commissario Conte Mastiani Rassegnazione Rivoluzione Modena Romagne Berchet Batacchi Storia Botta Giusti Calabresi Calabresi
|