Sentite, tastate. — E infatti si distingueva benissimo sotto il vestito un piccolo corpo duro e rotondo. E poi seguiva narrandoci che in non so qual fatto d'arme, dovendo passare un ponte difeso accanitamente dai nemici, egli era salito sulla spalletta per dar coraggio ai compagni, quando una palla avendolo colpito, non in pieno, ma fuori di centro, gli aveva fatto fare sopra sè stesso tre giri (e intanto li faceva); finchè poi uscendo di bilico era andato giù nel fiume ove aveva preso moltissimo umido, e perciò portava gli occhiali. — Come gli occhiali? e perchè? — Perchè l'umido mi fece venire una flussione agli occhi terribile: e poi la gran rena . . . . — Corbezzole! (esclamò il Giusti) non è tempo da fare economia: questo è un eroe, e bisogna soccorrerlo. — Ma presto (soggiungeva l'eroe), perchè ho i birri dietro. Ciò era verissimo; infatti la mattina dopo, colui che ce l'aveva raccomandato ci avvertiva che l'eroe avea rubato non so che cucchiai, e la polizia gli dava dietro per arrestarlo.
Così leggendo meno i libri che gli uomini, il tempo volava al nostro giovine amico, allorchè senza che pur vi pensasse gli piove addosso l'esame. Ma egli non si perde d'animo: chiappa i ristretti, e lì a telonio a studiare. Giunge il dì del cimento: in quindici giorni non c'era da aver imparato gran cosa; fortunatamente non era necessario esser dotti per esser fatti dottori. Chi vuole avere un'idea del come si davan gli esami a quei tempi, sappia che Emilio Frullani, a scemare la noia di quelli studi, messe buona parte del Gius Canonico in versi martelliani e in strofette; ed avendo estratto dall'urna il tema De Pallio, rispose con i versi seguenti che nessuno fra gli esaminatori riconobbe per versi, e tutti dettero al candidato il voto favorevole:
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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Giusti Emilio Frullani Gius Canonico De Pallio
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