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      Ritornando in Toscana gl'intravvenne un casetto che egli stesso mi narrò, e che poi sua madre m'ha confermato tal quale. È poca cosa a dir vero; ma tant'è, vo' narrarlo.
      Erano giunti a Sant'Agata,48 allorchè si trovarono in una locanda seduti a tavola con altri viaggiatori fra i quali una signora molto bella. Erano questi di modi cortesi e gentili, talchè una certa simpatia si svegliò fra tutti. La letizia che il viaggio fa nascere, il bisogno di comunicarsi le recenti impressioni, diè luogo ad una conversazione piacevole. Il Giusti e sua madre essendo riconosciuti dalla pronunzia per Toscani, furono richiesti se erano tali veramente.
      — Siamo di Pescia, risposero.
      — Del paese del Giusti, replicò uno di essi.
      — Di quel famoso poeta? aggiunse un altro.
      E qui un lungo elogio. Poi un terzo domandò:
      — Lo conoscono?
      Tutti zitti. La mamma sorride, guarda il figliuolo, arrossisce, poi divien seria. Il Giusti risponde:
      — Si.
      — Ed è giovine, vecchio?....
      — Oh giovine, giovine, risponde subito la madre.
      — Ed è bello? domanda la bella signora.
      Qui un nuovo silenzio; la madre guarda il suo Beppe che non sa dove guardare; poi torna ad arrossire e a sorridere. Ma in quel silenzio, in quell'imbarazzo, in quel sorriso pudico, materno, era scritto — Il Giusti è qui, ed è mio figliuolo. — Uno dei viaggiatori vi seppe leggere, e allora fu giuocoforza scoprire il vero. La sorpresa dei viaggiatori fu grande quasi quanto la gioia del Giusti.
      Demostene, passeggiando per le vie d'Atene, sentì dire da una donna che lo mostrava a dito con reverenza Vedi tu quell'uomo?


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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