Questi dunque nel fare al Giusti tale invito, aveva le sue buone ragioni; e siccome il Giusti non ne avea nessunissima per rifiutarsi, accettò, e il giorno dopo passeggiavano entrambi sul Golfo in compagnia di due donne gentili. Disgraziatamente queste signore avevano finito i loro bagni, e se ne dovevano ritornare a Milano. Cominciarono dunque a dire che Genova era una bella città, e bella tanto che si chiamava la Superba; poi che era poco distante di lì, che la stagione era ottima, che avevano a Genova non pochi amici carissimi, e aggiunsero poi tante buone ragioni e le porsero con tanto buon garbo, che il Giusti e il Giorgini non poterono far di meno di accompagnarle fino a Genova, anzi fino sulla vetta dell'Appennino. Allora o fosse la scesa, o fosse altra ragione qualunque, il legnetto del Giorgini prese l'andare e non vi fu più modo di fermarlo. Così essendosi partiti da Lucca per andare alla Spezia arrivarono fino a Milano,64 facendo il contrario di colui che volendo fare un viaggio da Firenze a Stokolm era rimasto a Legnaia.
Sarebbe difficile narrare debitamente l'accoglienza che fece loro il Manzoni, il quale era già in corrispondenza letteraria col Giusti, sebbene ancora non lo conoscesse di persona. Essi rimasero dunque in casa sua un mese65 conversando col Grossi, col Torti, col Rossari, col Rosmini ed altri illustri amici dell'illustre loro ospite.
In quel tempo io mi trovava per caso colà, e avendo incontrato il Giusti sentii che si proponeva di venire a passare l'inverno a Pisa.
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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