Pagina (63/416)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Un altro lavoro aveva impreso, cioè una raccolta di Proverbi «messi insieme là là quasi via facendo»66 a studio di saggezza pratica e di lingua viva; opera che fu poi ampliata ed ordinata da Gino Capponi il quale si piacque inoltre corredarla di preziose noterelle. Tutti sanno del resto quanto i proverbi siano utili. Una verità stretta in acute parole penetra meglio nella nostra anima e vi rimane più tenacemente confitta che la verità medesima svolta in una lunga scrittura. Un tale per esempio mi propone di comprare certe Cartelle che hanno reso il trenta per cento. Mi ricordo del proverbio:
      Dal grasso partito, pàrtiti,
      e non compro nulla. L'anno dopo la Società fallisce e gli Azionisti restano colle Cartelle in mano. Altro esempio. Una persona mi fa un'azionaccia: io vado in furia: invano mi si fa riflettere che la cosa non è forse brutta come apparisce: io voglio ad ogni patto vendicarmi. Mi viene in mente il proverbio:
      Chi più intende più perdonaresto un momento indeciso... poi corro da chi mi ha offeso e l'abbraccio.
      Fece dunque opera utilissima il Giusti a raccogliere questi proverbi in un volume, e più ancora a scriverne la dedica e i commenti in uno stile casalingo. È indicibile la dolcezza che provasi ascoltando il vero nella sua semplicità, è incalcolabile l'utilità che ne proviene allorchè il libro diventa un amico.
      Un altro e non minore servigio rese il Giusti alla patria favella: e fu di prendere a modello la lingua parlata in Toscana per fissare la forma di quella da parlarsi e scriversi da Italia tutta; nel qual concetto oggi con fortunato ardore i più sapienti scrittori s'accordano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





Proverbi Gino Capponi Cartelle Società Azionisti Cartelle Giusti Giusti Toscana Italia