Un imbecille pieno di bisogni?
La vada via, la vada, e si vergogni.
— Ma senta.... — Non c'è ma, non vo sentire,
Ringrazi Iddio che siamo moderati,
Che viceversa lo farei marcireNel maschio di Volterra.... e non rifiati:
So vita e morte della sua persona....
E qui dove son io non si ragiona.
In questo punto il Commissario dà una strappata al campanello e comparisce un usciere.
Senza processo, senz'essere intesoSenza. . . . . . . . . . . . . . . . .79
Costui mi porta in carcere di pesoE mi ci tappa a tanto di chiavaccio.
Così mi trovo lì sotto sigillo;
E la ragione? Indovinala grillo.
Stenterello uscito dopo qualche tempo di carcere si mette a fare il tagliatore al giuoco del Faraone, e poi a far lo strozzino, e presta a un figliuolo di famiglia, o come suol dirsi a babbo morto. Ma il male sta che invece di morire prima il padre e poi il figliuolo (secondo l'ordine naturale) muore prima il figliuolo, e Stenterello resta coll'obbligazione in mano. Un'altra volta poi non avendo preso le precauzioni necessarie, è scoperto, arrestato e condotto nuovamente al Tribunale.
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Entro, e ti vedo nella stessa sediaLo stesso Commissario in carne e in ossa,
Quello, capite, che mi tenne in stiaTre mesi a conto della polizia.
Ci siamo, dissi dentro di me stesso;
Se per un nulla mi trattò a quel modo,
Gesumaria, figuriamoci adessoChe un'altra volta son tornato al chiodo
Sotto le ranfie di questo aguzzinoColla nomèa di ladro e di strozzino.
E me ne stavo lì rimpiccinitoAd aspettare il lampo e la saetta;
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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