»81 Primieramente voleva che il soggetto fosse nuovo, poichè stampare le cose già date alle stampe, sembravagli rubare il mestiere al Pomba e al Le Monnier; secondariamente, voleva che fosse utile: poeta, per lui, significava padre, sacerdote, maestro; in terzo luogo, voleva che fosse dilettevole; un libro che annoia non è letto, che è quanto dir non è libro. Insomma, stampare cose vecchie, cose inutili, cose noiose, altro non era per lui che diminuire il valore intrinseco della carta bianca.
Trovato il soggetto, componeva in qualunque luogo, in qualunque tempo: componeva canterellando e girandolando, e architettava uno scherzo mentre figurava di ascoltare un discorso serio, e credo (le donne me lo perdonino) che qualche volta mettesse insieme una strofa, accanto anche alla bella.
Gettato giù il primo abbozzo, lo faceva subito sentire agli amici, alle donne, a popolani, a chiunque. Nè era già per seguire il consiglio di tutti: poichè in questo caso gli sarebbe avvenuto come a quel tale dai capelli grigi, che amoreggiando ad un tempo colla madre e colla figliuola, e facendosi pettinare dall'una e dall'altra, rimase colla zucca pelata, perchè la madre gli strappò tutti i capelli neri, e la figliuola tutti i bianchi.82 Non erano dunque pareri che egli chiedeva dai suoi uditori, erano esperienze che faceva sopra loro; nel modo stesso Molière, quando leggeva le sue composizioni ai comici, voleva che vi conducessero i figliuoli per congetturare dai loro naturali movimenti l'effetto che producevano sull'animo loro.
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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Primieramente Pomba Le Monnier Molière
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