La satira in que' bei tempi era divenuta impossibile; il poeta scriveva: «Non avrò la caponeria di suonare a morto quando tutti suonano a battesimo.»98 E siccome sapeva che il nodo italiano non potea sciogliersi che colla sciabola, attendeva ai militari esercizi, e fu fatto Maggiore della Guardia Civica di Pescia, grado che accettò quasi a forza99 per rispondere all'affetto dei suoi popolani, quantunque non se ne stimasse meritevole, dicendo con quel suo lepore: «qualche giorno invece di gridare presentate arme! potevo correre il risico di gridare arma virumque cano, con grave scandalo della muova milizia, la quale per quanto possa sentirsi di seme latino, non credo voglia essere comandata cogli emistichii virgiliani.»100 Ma la malattia che in lui covava, e che poco dopo l'uccise, gl'impedì di condursi alla guerra, la qual cosa fu per lui cagione di perenne rammarico e di vergogna gentile.101
Data la Costituzione, fece parte della prima e della seconda Assemblea, ed in seguito della Costituente, quantunque dicesse102 «io son nato per sedere in un'Assemblea o per accudire a un ufficio qualunque, come il Biancon di Piazza103 per fiore il procaccino. Badai a dirlo a quelli che mi vollero eleggere, e ne ne può essere testimone tutta una provincia; ma s'erano fitti in testa che fosse tutt'una fare una legge e fare una strofa, e la vollero di lì.»104
Al ministero costituzionale iniziato dal Ridolfi e continuato dal Capponi, successe in Toscana nell'ottobre del 1848 il ministero democratico, e più tardi il Governo Provvisorio; delle quali cose non dirò che quel poco che si lega necessariamente al poeta nostro.
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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