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      E CON ARGUTO STILE CASTIGANDO I VIZJSENZA TOGLIER FEDE A VIRTÚ
      INALZÒ GLI UOMINI AL CULTO DEI NOBILI AFFETTIE DELLE OPERE GENEROSE
      ONDE EBBE DALL'ITALIA ONORE E COMPIANTOQUANDO NEL FIORE DELLA VIRILITÀ
      LE FU RAPITO DA INSIDIOSO MORBO.
      NACQUE IN MONSUMMANO IL IX127 MAGGIO MDCCCIXMORÌ IN FIRENZE IL XXXI MARZO MDCCCL.
      IL CAV. DOMENICO GIUSTI PADRE INFELICISSIMODEPONEVA IN QUESTO SEPOLCRO
      L'UNICO FIGLIO MASCHIOSOSTEGNO E GLORIA DEL SUO NOME.
      In tal guisa chi una volta visitava reverente le gloriose rovine di quel castello inalzato da Michelangiolo quando la libertà stava per cadere, aggiunge oggi un altro scopo a quel pellegrinaggio, per salutare cioè il poeta civile che fiorì quando la nazione si preparava a risorgere. Ed uscendo da quella Chiesa severa, sulla spianata dinanzi, e aggirandosi fra quei sepolcreti, e rivolgendo lo sguardo nella sottoposta valle ove una famosa città sembra sorridere e agitarsi, e pur sospira ed aspetta, il pensiero si distende arcanamente fra la gravità dei tempi presenti, e la felicità che ci attende, se sapremo, come il Giusti, promuoverla ed affrettarla. Siamo dunque come lui onesti: perocchè la patria ha meno bisogno di geni che di galantuomini; amiamo come lui: chi ama è grande, chi ama è forte, chi ama è felice; speriamo come lui: poichè quel Dio che non dimentica la formica, non vorrà abbandonare un popolo il quale ha lasciato la traccia più luminosa nella storia del mondo. Che se, come al Giusti, non vennero elargite a noi da natura le qualità dell'ingegno, tutti giovar possiamo alla patria col cuore.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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